Dove cominciare, se non a casa, se non in famiglia?
Questo il primo pensiero che si ha quando si prende l’uscita del Teatro della Polvere, in una delle strette viuzze del quartiere settecentesco di Foggia, dopo aver assistito a “La notte che Franco Dema suonò il blues”. Una notte speciale, quella di domenica 18 Novembre, speciale non solo per Carlo Baldassini e Anna Laura d’Ecclesia alla loro prima regia, ma speciale ancor di più per i presenti, dato che lo spettacolo ha visto in scena, oltre ai protagonisti (Tony Mancini, Carlo Baldassini, Anna Laura d’Ecclesia, Luigi Mitola, Sergio Picucci e Bruno Caravella), anche il grande Franco Dema, cui l’intero spettacolo è dedicato. Sì perché il testo di Bruno Caravella incrocia due storie, quella di Robert Johnson (storico bluesman statunitense che, si narra, vendette la sua anima al diavolo per diventare il più grande bluesman di tutti i tempi) e quella di Franco Dema che, suonando il blues, una notte, ha salvato la vita a qualcuno.
Tra le note blues dei due musicisti in scena e le suggestioni in movimento dei due attori e, ancora, tra le parole del narratore, si srotolano queste due storie, in una regia semplice ma efficace, in un’atmosfera a tratti allegra, a tratti sensuale, sicuramente difficile da dimenticare.
La fortuna di assistere all’ultima replica, domenica, è stata la fortuna di veder suonare in scena anche Franco, prima solo, poi in compagnia di qualche amico di vecchia data così che, se prima non ci si fosse sentiti a casa, sarebbe stato impossibile non farlo, poi. Si è finiti col cantare tutti insieme, ridere e scherzare, ci si è lasciati il teatro alle spalle tra abbracci e qualche occhio inumidito di commozione.
Dove cominciare, insomma, se non a casa, in famiglia?
Inutile dire che i ragazzi hanno ancora tanta strada, la fortuna è che quella strada li attende, lunga e luminosa.
Noi, saremo pronti ad applaudirli.